Cerca all'interno del Blog

Translate

giovedì 8 marzo 2012

E arrivò il fratellino

E si, la famiglia da qualche giorno si è allargata con l'arrivo di un nuovo bimbo.
Per fortuna tutto bene, sia la mamma che il piccolo stanno benissimo (sopratutto la mamma che non vedeva l'ora di tornare a vedersi i piedi ^^).
Dopo 9 lunghi mesi di attesa, preparazione, dubbi e pensieri, adesso cominciano le sfide.
La prima preoccupazione in assoluto che avevamo noi genitori era ovviamente l'impatto che l'arrivo del fratellino avrebbe avuto su G. Dopotutto si passava da una situazione dove tutte le attenzioni di mamma e papà, nonni, zii e amici erano tutte per lui, a una situazione dove le cose non sono più le stesse.
Primo impegno di tutti, genitori in primis, ma con mia gioia, spontaneamente, anche di tutti gli altri è stato proprio quello di cercare di limitare il più possibile il primo impatto.
Già in ospedale i primi 2 giorni le visite sono state programmate, in modo da non fare trovare il fratellino attaccato alla mamma proprio nel momento in cui G. arrivasse. Ovviamente dopo le giuste coccole con la mamma gli è stato presentato il nuovo arrivato, ma dalla culletta.
Poi dopo qualche minuto, per realizzare che il fratellino non era più nella pancia della mamma, ma era li con lui, abbiamo provato a prenderli in braccio alternativamente uno e l'altro.
Questo per cercare di porre subito entrambi sullo stesso livello, senza assolutamente far sentire escluso il più grande.
Nel frattempo però non abbiamo voluto incrementare le attenzioni o le libertà concesse a G. come sorta di "ricompensa". Questo proprio perchè in seguito le cose sarebbero cambiate, quindi era inutile modificare il nostro atteggiamento verso di lui, ma abbiamo invece cercato ti mantenere le sue abitudini, le sue coccole, le sue necessità, al pari di prima.
La seconda sfida è stata invece l'arrivo a casa del fratellino.
Qui le cose si sono un po complicate, perchè ovviamente la sua presenza era impossibile che non impattasse sulla quotidianità del maggiore. In parte perchè ovviamente la mamma doveva dedicarsi spesso e volentieri al nuovo arrivato, in parte perchè alcune situazioni portavano a dover rimandare o modificare la routine che oramai si era instaurata in famiglia.
Ovviamente le ferie dal lavoro mi hanno permesso di dedicare molto più tempo a G., cercando di coinvolgerlo anche nelle attività domestiche, dal fare la spesa, al riassettare una camera.
Fortuna vuole che il bimbo per ora abbia una specie di senso dell'ordine tutto suo, che lo spinge, talvolta anche ossessivamente, a tenere in ordine la casa come l'ha sempre vista.
Da porte aperte, cassetti non ben accostati, suppellettili spostati dalla loro posizione normale, erano fonte di attività perenne di riordino.
Questo maggiore impegno ha certamente distolto parzialmente la sua attenzione dalla nuova presenza.

Pian piano però ci siamo accorti che la sua consapevolezza mano a mano aumentava. E' prassi oramai che la mattina appena sveglio vaghi per la casa alla ricerca del fratellino, prima ancora di fiondarsi sulla colazione. Una volta individuato e magari constatato che sta ancora dormendo la sua giornata può iniziare.
Durante le frequesti visite di parenti e amici di questi giorni non ha mai mostrato alcuna insofferenza, benchè ci siamo accorti che non perdeva mai di vista dove si trovasse il fratellino o chi lo coccolava. Non ha mostrato particolare gelosia in questi casi, andando a cercare di sostituirsi, ma anzi, sembrava solo monitorare la situazione e poi continuare per la sua strada.

La cosa non ha potuto che allentare leggermente i timori che per ora ci tenevano sospesi; anzi, ci siamo sentiti ancora più sollevati da quando ha iniziato anche a interagire leggermente con il fratellino prodigandosi in baci della buonanotte e carezze quando piange.
C'era infatti anche la paura che vedendo il bambino piangere (cosa assolutamente inevitabile a 4 giorni dalla nascita, vuoi per colichette, vuoi per fame, vuoi per qualunque altro motivo ignoto) potesse essere per lui fonte di irrequietezza o magari di pianto per "solidarietà".
Sembra invece che la cosa non lo disturbi affatto, anzi, in queste occasioni non facciamo altro che invogliarlo a cercare di consolare il fratellino con baci e carezze.

Sembra che alla fine G. si sia dimostrato "più grande" dei suoi stessi genitori... O forse stavolta noi genitori non siamo stati poi cosi male ^^.


Nessun commento:

Posta un commento