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mercoledì 7 novembre 2012

Faringite acuta nel bambino


Il termine faringite identifica una patologia dell'orofaringe, con o senza interessamento tonsillare. Praticamente il fondo della bocca visibile dall'esterno
In questo periodo di sbalzi di temperatura, freddo pungente, piogge e soprattutto scuole e asili, la faringite acuta è un motivo molto frequente di visita pediatrica, non raro neanche nell'adulto. In molti casi, la faringite acuta è il risultato di un'infezione virale (virus respiratori) e come tale mostra caratteri benigni e un andamento autolimitante. Tra i batteri, lo streptococco beta-emolitico di gruppo A (SBEA) è di gran lunga il più importante ed è responsabile di più del 30% di tutti i casi di faringite acuta nel bambino con più di 5 anni, con un picco d'incidenza nei primi anni di scuola, mentre è piuttosto raro prima dei 3 anni d'età. Se non trattata correttamente, l'infezione da SBEA può dar origine a complicanze locali e a distanza e a complicanze immunologiche (malattia reumatica, glomerulonefrite) ed è quindi importante identificare correttamente i bambini con faringite streptococcica, per instaurare la terapia (antibiotica) più appropriata. Solitamente la forma virale si presenta maggiormente all'inizio della stagione fredda, è a rapida diffusione e tende a colpire sopratutto i familiari, con il rischio di ricircolo all'interno del nucleo. La forma batterica invece è meno infettiva, si presenta nel tardo inverno e si diffonde più difficilmente tra i familiari.
Il sintomo principale lamentato dal bambino con faringite acuta è il mal di gola (faringodinia), cui si affiancano sintomi e segni che, seppur in teoria variabili al variare della causa, spesso si sovrappongono, almeno parzialmente. Di conseguenza, porre diagnosi d'infezione virale o batterica con la sola valutazione clinica è spesso difficile e rischia di portare a scelte terapeutiche non corrette. In linea di principio, quando l'eziologia è virale, la faringite acuta si manifesta con un esordio graduale e spesso, oltre che mal di gola, il bambino mostra concomitante coinvolgimento delle vie aeree superiori, con tosse, starnuti, rinorrea; può essere presente congiuntivite, non rara la diarrea; la febbre è assente o lieve. All'esame del cavo orale, si può osservare arrossamento. La faringite acuta da SBEA, per contro, si caratterizza per l'esordio acuto, la dolore intenso, l'assenza di altre patologie acute a carico dell'apparato respiratorio, la comparsa di febbre elevata, che possono essere accompagnati da mal di testa, nausea, vomito e dolori addominali; l'esame del cavo orale rivela arrossamento, le tonsille sono gonfie e con placche, i linfonodi cervicali aumentati di dimensioni e dolenti alla palpazione. Manca la tosse. 
Quindi una prima possibilità di valutazione sono principalmente la presenza o meno di sintomi come naso che gocciola e tosse, ma poca febbre (virale) oppure l'ingrossamento delle tonsille con febbre alta (batterica).

È infatti fondamentale l'uso coerente di antibiotici e di farmaci sintomatici, ricordando come le linee guida nazionali raccomandano la terapia antibiotica (da prescrivere non appena viene posta diagnosi) solo in caso di infezione da SBEA ben documentata dal punto di vista microbiologico. Il farmaco d'elezione per la faringite streptococcica è rappresentato da penicillina o, in alternativa, da amoxicillina (con o senza acido clavulanico) o da cefalosporine di II generazione.
Ricordiamo che gli antibiotici sono ASSOLUTAMENTE inefficaci contro le infezioni virali, ma anzi controproducenti. Indipendentemente dall'eziologia della faringite, è da perseguire un buon controllo della sintomatologia dolorosa che, nel bambino, soprattutto se piccolo, causa fastidio, difficoltà a deglutire (quindi anche ad alimentarsi e a bere), agitazione e malessere; le linee guida a questo proposito raccomandano la somministrazione di paracetamolo, molecola efficace per il trattamento del dolore e della febbre associata a malessere e caratterizzata da un buon profilo di sicurezza.
La scelta della terapia antibiotica spetta solamente al medico (pediatra) e non deve essere assolutamente iniziata per scelta dei genitori o farmacisti. Vietatissimo l'uso dei cosidetti "avanzi"; rimasugli di antibiotici da precedenti terapie e non utilizzati completamente.
Ricordiamo inoltre che sopratutto gli sciroppi e le sospensioni orali antibiotiche non possono essere conservate a lungo dopo l'apertura e la preparazione del prodotto.
Dal farmacista invece è bene farsi consigliare la terapia sintomatica, in particolare quella analgesica e antipiretica.
Infine le classiche strategie Non farmacologiche, ma assolutamente valide sono:

  • riposare: sonno e riposo (anche della voce) facilitano il recupero, sia nel bambino febbrile sia in assenza di febbre;
  • bere molto: soprattutto acqua, per mantenere la gola ben umida e prevenire la disidratazione (soprattutto in caso di febbre elevata e di sintomi gastro-enterici);preferire alcune bevande che danno sollievo al dolore: i liquidi tiepidi (brodo, tè deteinato, tisane tiepide con miele) aiutano a ridurre la sensazione di fastidio/bruciore e di dolore alla gola; sono inoltre utili alcuni rimedi freddi (ghiaccioli, ma anche semplici cubetti di ghiaccio);
  • fare gargarismi: acqua tiepida e sale danno sollievo momentaneo; ovviamente questi sono riservati a bambini più grandicelli e adulti.
  • umidificare l'ambiente: l'aria secca non fa che peggiorare il mal di gola; un umidificatore o un bagno caldo (ricco di vapore) permettono di ridurre l'irritazione locale; evitare di esagerare con sostanze per nebulizzatori che possono irritare in alte concentrazioni.
  • evitare gli agenti che possono causare irritazione delle mucose: il fumo passivo è sempre da evitare; le sostanze usate per la pulizia degli ambienti domestici possono irritare ulteriormente la gola e peggiorare i sintomi locali. 

Ferie con i Bimbi...

Le ferie con i bambini piccoli non sono sicuramente le classiche ferie tutto relax che si potevano fare prima.
Se a casa la vita sembra rivoltata, le ferie sono addirittura stravolte. Tutto saranno tranne che rilassanti giornate di vacanza!
Ovviamente la situazione cambia in base al numero di bambini e alla loro età. come al solito parlerò per esperienza personale di una vacanza fatta con 2 bambini di 20 e 5 mesi rispettivamente.

Anche quest'anno abbiamo deciso di recarci al mare a Igea Marina. Scelta dettata da alcune priorità, tra cui:
- Viaggio obbligatorio in auto; questo poiché con bambini piccoli la quantità di oggetti da dover portarsi appresso è spropositata. Quindi viene preclusa qualunque possibilità di usare aereo o treno.
- Distanza non eccessiva in quanto la resistenza dei bambini in auto non è altissima e gli stessi genitori non desiderano guidare per troppe ore.
- Luogo adatto ai bambini; la riviera è senza dubbio molto organizzata anche per i bambini, in particolare proprio Igea Marina.
- Alberghi adatti a ospitare bambini piccoli. Sembra una banalità ma non è cosi. Anche alberghi rinomati e di lusso, possono non essere adatti ad accogliere i nostri piccoli, come ad esempio avere accesso a pranzo e cena in orari leggermente anticipati, preparazione di pappe e passati adatti ai più piccoli, stanze abbastanza spaziose e dotate di culle o lettini, ascensori in grado di accogliere agevolmente i passeggini.
- Il tutto ovviamente ad un costo abbordabile. In Italia anche questa caratteristica non è proprio banale ne comune. E la stessa Riviera offre una gamma di prezzi molto, molto variabile.

La nostra scelta è caduta per il 2 anno consecutivo sull'Hotel Euro.
Piccolo albergo di Igea Marina, posto in prima fila sul mare. Assolutamente consigliato per i bambini, poichè perfettamente attrezzato per loro, ovvero:
- Cucina disponibile per la preparazione di pappe e passati vari
- Frigo e microonde a disposizione per gestione di latte e biberon
- Per i più piccoli possibilità a di accedere al ristorante prima dell'orario standar
- Piscina riscaldata di dimensioni adeguate per il numero di clienti, e con zona poco profonda
- convenzione con l'antistante "bagno Guerrino" per usufruire della spiaggia.
Questo il sito dell'Hotel.
Hotel Euro
Non ho alcuna convenzione attualmente, ma magari se un po di persone cominciano a dire di averlo conosciuto tramite questo Blog, magari uno sconto alla fine lo accorderanno ^^.

Quest'anno le difficoltà sono raddoppiate per al presenza dei 2 bambini. Ma alla fine in qualche modo siamo riusciti a sopravvivere.
La parte più difficile è stata di sicuro la notte.
Fare dormire 2 bambini piccoli insieme nella stessa stanza di albergo, con tutte le emozioni e agitazione che una vacanza instilla in loro è stata una sfida durissima. Se i vostri figli sono già abituati a dormire nella stessa stanza magari questo per voi non sarà un problema... ma un bimbo di 4 mesi con uno di 18 non sono propriamente una accoppiata vincente.
Puntualmente il risveglio di uno provoca il risveglio del secondo, che ovviamente sarà di cattivo umore. Il tentativo di riaddormentare uno potrà innervosire l'altro e cosi via...
Negli ultimi giorni eravamo giunti al compromesso per cui mia moglie saliva in camera con il primo, più grande, mentre io cercavo di tranquillizzare il secondo nella hall.

Un aiuto, piccolo per noi, ma fondamentale per degli amici con il loro bambino, veniva dalla passeggiata che si può fare a Igea. Una lunga camminata con i passeggini dopo cena poteva far rilassare i bambini e nei casi più fortunati, indurli al crollo sul passeggino. E si dimostrava anche salutare per i genitori per smaltire la buona e abbondante cena dell'albergo.

Da dimenticare però qualunque momento libero. Unico istante che potevamo essere un po' scarichi era il primo pomeriggio, quando entrambi i bambini facevano il pisolino. Ma ovviamente almeno uno dei due genitori doveva stare di guardia in camera, mentre l'altro poteva magari permettersi quell'oretta di relax, ma da solo. Quindi sinceramente poco appagante, utile solo per ricaricare un po' le batterie. Scordatevi cruciverba, libri e altri passatempi solitari. Il tempo sarà pienamente occupato da castelli di sabbia, bagnetti e tuffi in piscina. Non che la cosa sia sgradevole, anzi, ma come dicevo all'inizio è uno stravolgimento completo della vacanza che facevamo prima di divenire genitori.
Anche le gite fuoriporta o culturali sono da valutare attentamente in relazione a quanto i bimbi possono sopportarle o parteciparvi.

Il tutto deve essere rivisto e rivalutato come momento in cui dedicarsi e legarsi al proprio bimbo. Lavorando non si ha mai tutto questo tempo da dedicare ai bambini. Anche le ferie a casa portano solitamente tanti impegni che comunque ci separano temporaneamente da loro. Invece la vacanza fuoricasa ci permette di stare a contatto con i nostri piccoli e magari farci riscoprire la gioia di giocare e dedicarci a loro, che lo stress del lavoro e della vita quotidiana ci può aver affievolito o negato.